Il Carso Isontino

Piana del lago di Doberdò

Quel lembo di territorio collinare che si estende ad est del Vallone di Doberdò, verso la pianura friulana, limitato dai corsi dei fiumi Isonzo e Vipacco, pur non mostrando quei segni spettacolari del fenomeno carsico visibili in altre aree della nostra regione, presenta tuttavia un eccezionale quantità di motivi di interesse derivanti, oltre che dalla particolare natura geologica dei luoghi, dalle vicende storiche che in esso si sono svolte.

Doberdò

Il Carso Isontino, 0 di Doberdò, dal principale dei piccoli centri che punteggiano, senza mai soffocare l’ambiente naturale dell’altipiano, non mette in mostra elementi che facciano rimanere a bocca aperta colui che si trovi a percorrere sbadatamente una delle poche strade asfaltate che lo attraversano.

Sacrario miltare di Redipuglia

Forse unica eccezione il monumentale sacrario militare di Redipuglia, realizzato nel 1938 su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni per ospitare le salme di oltre 100.000 caduti italiani della Prima Guerra Mondiale, prima disseminate nei numerosi cimiteri immprovvisati che sorgevano nelle zone vicino al fronte. Il sacrario è ben visibile da lontano e la sua imponente scalinata, sovrastata da tre croci giganti, non può passare inosservata da chi provenga lungo l’autostrada Venezia-Trieste.

L’altitudine media è modesta, per cui non ci possiamo aspettare cavità profonde come nel Carso Triestino o sull’altopiano del Canin, ma non per questo le grotte che in esso vi si aprono sono di minore interesse.

Griža

Non mancano i tipici segni del carsismo superficiale, come doline, polje, solcati carsici, griže, ma soprattutto troviamo l’importantissima presenza di un sistema di acque carsiche superficiali con pochi uguali. Esso è formato dai due laghi pricipali di Doberdò e Pietrarossa, i laghetti delle Mucille, nei pressi di Selz, e la palude Sablici, un tempo anch’essa un lago, le cui acque, anche alimentate dal lago di Pietrarossa attraverso un emissario, finiscono poi al mare attraverso il canale Locovaz scorrendo al di sopra di un fondo di acqua marina.

Strada carsica

L’intero altipiano è percorribile a piedi o in bicicletta su strade forestali, carrarecce e sentieri, di cui alcuni appartenenti alla rete dei sentieri del Club Alpino Italiano (CAI). Attraverso di esso passa pure il Sentiero Italia (SI), itinerario escursionistico lungo circa 6.000 km che attraversa l’intero territorio nazionale. Le salite più impegnative non sono mai più lunghe di pochi chilometri e riguardano le vie di accesso all’altipiano.

La grande quantità di strade e sentieri permette una penetrazione capillare nel territorio, intersecando a sua volta la vastissima rete, in gran parte poco visibile in quanto interrata e ricoperta dalla vegetazione, delle trincee e dei camminamenti della Prima Guerra Mondiale.

Trincea Joffre

In alcune aree, come sul monte San Michele, il monte Sei Busi e le colline sovrastanti Monfalcone (Parco tematico-Museo all’aperto della Grande guerra), le trincee e le opere di fortificazione, comprendenti gallerie, caverne, ripari, sono state ripulite e rese visitabili in sicurezza. A loro volta le opere di guerra hanno fatto uso delle caratteristiche naturali del territorio, in questo modo intrecciandosi ad esse, rendendole in un certo senso più visibili.

La curiosità del visitatore, sia di tipo naturalistico che ambientale, scientifico o storico, sarà immancabilmente soddisfatta dalla possibilità di mettersi alla ricerca di letteralmente migliaia di elementi nascosti che al proprio interesse intrinseco vanno ad aggiungervi la soddisfazione della scoperta.