Mountain Bike

Mappa carso isontinoLa rete di strade forestali, carrarecce, sentieri, che percorre l’intero territorio del Carso isontino lo rende un vero paradiso per gli appassionati della bici fuori strada, o mountain bike (MTB). Questo intreccio, quasi mai di estrema difficoltà, sia in salita che in discesa, permette anche al biker che non ricerca la prestazione estrema, di divertirsi percorrendo decine e decine di chilometri lontano dal traffico e dall’asfalto, potendo scegliere il livello di difficoltà da affrontare.

Cannoniere BrestovecIl grande numero di percorsi suggerisce piuttosto un mountain bike – orienteering che portando alla ricerca di angoli, elementi naturali, manufatti nascosti moltiplica il divertimento del pedalare nella natura con quello della scoperta e dell’aver trovato il giusto Geheimtipp (suggerimento segreto) che trasforma il turista in esploratore, almeno per un momento!

BrestovecL’altopiano di Doberdò è raggiungibile partendo da una qualsiasi delle località poste ai suoi piedi sia su strada asfaltata che sterrata. Più lunghi e impegnativi sono gli accessi attraverso i pendii che sovrastano l’Isonzo; gli stessi che videro l’esercito italiano cercare di sopraffare gli austro-ungarici attaccando verso il San Michele, bosco Cappuccio, Castelvecchio, monte Sei Busi. Non volendo affrontare i ripidi sterrati è possibile da questo versante sfruttare le strade asfaltate, in genere con traffico limitato, che salgono da Peteano, Poggio Terzarmata e Sagrado. La via sterrata più agevole è quella che sale da Polazzo congiungendosi in località La Crosera alla strada Sagrado – Doberdò del Lago. Di grande interesse sono anche gli itinerari da Redipuglia a Doberdò, attraverso il monte Sei Busi, e da Selz (Ronchi dei Legionari) a Doberdò per i laghi delle Mucille, di Pietrarossa e Doberdò.

Rifugio SpeleoAnche dal Vallone di Doberdò numerose carrarecce portano in quota; particolarmente interessanti quella che dai pressi della sella di Bonetti sale al Colle Nero / Castellazzo (sede di antico castelliere dell’età del bronzo) e quella che da Čukišče, ai piedi del monte Brestovi sale al rifugio speleo delle Talpe del Carso (Kraških krtov, entrata della grotta Regina del Carso), strada già di arroccamento austriaca, poi detta della “Serpentina”.

Tra i boschiUna volta sull’altipiano vi meraviglierete dei posti che attraverserete seguendo un qualsiasi tracciato che vi allontani dall’asfalto: doline, pietraie, resti di guerra, castellieri, boschi di pino nero derivante dal rimboschimento iniziato nel 1800, frammisti alle essenze originali della boscaglia carsica: Carpinella, Orniello, Acero e Quercia.

KremenjakAnche il versante orientale del Vallone è di grande interesse per gli spostamenti in bicicletta. Il confine, che a lungo ha diviso i paesi dell’Europa occidentale da quelli dell’est europeo, ha avuto il grande pregio di salvaguardare questa zona dalla cementificazione, dalla costruzione di strade e dal degrado ambientale. Qui si apre il Carso di Comeno, zona estremamente  interessante, dove potremo pedalare lungo la cresta di confine e anche spingerci più ad oriente, verso le cime del Veliki Hrib, del Fajtji Hrib e, ancora più in là, del Trstelj, la cima più elevata della zona con i suoi 643 m.

Presso la fontana a San MartinoL’acqua è scarsa e la fontana pubblica della piazza di San Martino del Carso rappresenta  un punto di ritrovo obbligato per mountain bikers e “stradisti”, che per un momento si rinfrescano assieme, all’ombra degli alberi. In caso di necessità altre fonti d’acqua si possono trovare nei cimiteri.

Cava Colle NeroTalvolta non è facile orientarsi nel dedalo di strade che in certe situazioni vi troverete davanti; anche cartine dettagliate, come quelle in scala 1:25.000 non sempre sono in grado di aiutarvi, indicandovi magari strade che sono diventate poco più che una traccia di sentiero e non mostrandovi nuove vie tagliafuoco di recente apertura. In ogni caso siamo sempre relativamente vicini a qualche via di ritorno veloce, per cui, nel caso peggiore, basterà ritornare di poco sui nostri passi per recuperare l’orientamento. Ma proprio in questo possiamo trovare un elemento di divertimento aggiuntivo, a patto di avere sempre con noi quanto occorre per una riparazione d’emergenza (le forature sono piuttosto frequenti a causa sia delle spine che del terreno sassoso), acqua, qualche alimento energetico, una carta con bussola e le luci di posizionamento. Il casco poi deve essere un elemento che non va mai e poi mai dimenticato.

In generale la copertura di rete è buona e priva di zone scoperte; può però accadere di essere agganciati alla rete slovena.

Mountain BikeScoprire il Carso da soli è un’esperienza entusiasmante che però ha bisogno di tempo e di un’attenta pianificazione degli itinerari. Il modo migliore per muoversi, sicuri di toccare tutti  i punti che ci interessano maggiormente è allora quello di appoggiarsi ad una guida esperta dei luoghi che potrà farci scoprire nel modo ottimale le bellezze segrete di questo territorio.

Per informazioni: info@turismoattivo.fvg.it